Umberto Saba (1883-1957)
Dell'inesausta tua miseria godi.
Tanto ti valga, anima mia, sapere;
sì che il tuo male, null'altro, ti giovi.
O forse avventurato è chi s'inganna?
né a se stesso scoprirsi ha in suo potere,
né mai la sua sentenza lo condanna?
Magnanima sei pure, anima nostra;
ma per quali non tuoi casi t'esalti,
sì che un bacio mentito indi ti prostra.
A me la mia miseria è un chiaro giorno
d'estate, quand'ogni aspetto dagli alti
luoghi discopro in ogni suo contomo.
Nulla m'è occulto; tutto è sì vicino
dove l'occhio o il pensiero mi conduce.
Triste ma sollegiato è il mio cammino;
e tutto in esso, fino l'ombra, è in luce.
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