Io v'amo sol perchè voi siete bella,
e perchè vuol mia stella,
non ch'io speri da voi, dolce mio bene,
altro che pene.
E se talor gli occhi miei mostrate
aver qualche pietate,
io non spero da voi del pianger tanto
altro che pianto.
Nè, perchè udite i miei sospiri ardenti
che per voi sprago a i venti,
altro spera da voi questo mio core
se non dolore.
Lasciate pur ch'io v'ami e ch'io vi miri
e che per voi sospiri,
chè pene pianto e doglia è sol mercede
de la mia fede.
Dell'inesausta tua miseria godi.
Tanto ti valga, anima mia, sapere;
sì che il tuo male, null'altro, ti giovi.
O forse avventurato è chi s'inganna?
né a se stesso scoprirsi ha in suo potere,
né mai la sua sentenza lo condanna?
Magnanima sei pure, anima nostra;
ma per quali non tuoi casi t'esalti,
sì che un bacio mentito indi ti prostra.
A me la mia miseria è un chiaro giorno
d'estate, quand'ogni aspetto dagli alti
luoghi discopro in ogni suo contomo.
Nulla m'è occulto; tutto è sì vicino
dove l'occhio o il pensiero mi conduce.
Triste ma sollegiato è il mio cammino;
e tutto in esso, fino l'ombra, è in luce.